Correre fa bene e per questo cerco di farlo con regolarità
anche io. I motivi sono tanti e noti: ossigena il sangue, dona vigore alla muscolatura, scarica le tensioni,
mette in circolo l’adrenalina, ci fa sentire più attivi.
Recentemente mi confrontai con un corridore amatoriale che
ama correre distanze medie (18-20 km) e che aveva iniziato da poco ad
avvertire un fastidioso dolore ad un’anca in particolare.
Lui, come generalmente fa gran parte delle persone in queste
situazioni, si rivolse al medico, il
quale, senza avere una minima idea della natura, tipologia, intensità,
frequenza e qualità del dolore, invio il dolorante podista ad eseguire delle radiografie.
L'esito delle radiografie corrispose alla tipologia di persona e fascia di età, non rappresentando quindi alcun problema specifico.
Purtroppo però, per il solo fatto di essere andati a guardare cosa succede lì dentro e in virtù del dolore percepito, qualsiasi piccola alterazione rispetto alla normalità si figura come il segno del disastro più totale e inatteso!
L'esito delle radiografie corrispose alla tipologia di persona e fascia di età, non rappresentando quindi alcun problema specifico.
Purtroppo però, per il solo fatto di essere andati a guardare cosa succede lì dentro e in virtù del dolore percepito, qualsiasi piccola alterazione rispetto alla normalità si figura come il segno del disastro più totale e inatteso!
E apriti cielo, inizia l’apprensione! Integratori
cartilaginei, terrore di protesi precoce, analisi approfondite e avanti con
queste storie.
Innanzitutto vorrei far notare che il dolore interessava un’anca
in particolare, quindi una lieve alterazione a carico di entrambe le anche (così riportava il referto) non
giustifica il problema lamentato.
Inoltre la cosa che in questi casi risulta difficile da
comprendere (e io mi chiedo come sia possibile che sia ancora così difficile da
capire!) è che le anche, così come qualsiasi altro muscolo, osso o struttura
del corpo, non sono sospese nel nulla!
Non sono degli elementi a sè stanti, dei compartimenti stagni con regole proprie che un giorno decidono di alterarsi e creare problemi!
Non sono degli elementi a sè stanti, dei compartimenti stagni con regole proprie che un giorno decidono di alterarsi e creare problemi!
Le anche sono incastrate nel bacino, il bacino è appiccicato
al sacro, il sacro è in continuità con la colonna.
Le anche ammortizzano l’impatto del piede col terreno e risentono della rigidità o flessibilità delle ginocchia.
E c’è molto di più. A partire dall’ambito di somatizzazioni psicoemozionali dove sfondiamo una porta aperta.
Le anche ammortizzano l’impatto del piede col terreno e risentono della rigidità o flessibilità delle ginocchia.
E c’è molto di più. A partire dall’ambito di somatizzazioni psicoemozionali dove sfondiamo una porta aperta.
Quindi quando compare un dolore, prima di fiondarvi dal
medico, osservate anche cosa c’è intorno e come si muove tutto ciò che c’è lì
intorno!
Che magari la soluzione è sotto il naso e richiede un semplicissimo piccolo sforzo a cambiare qualche abitudine o atteggiamento automatico. Sicuramente qualcosa che una lastra non vi dice.
E soprattutto rivolgetevi a un professionista serio.
Un terapeuta che abbia messo le mani su corpi viventi e abbia ascoltato le storie dei vostri problemi, non un personaggio che guarda solo la vostra foto su una lastra semitrasparente e la traduce in una serie di parole scritte su una ricetta farmacologica! Che modi sono???
Che magari la soluzione è sotto il naso e richiede un semplicissimo piccolo sforzo a cambiare qualche abitudine o atteggiamento automatico. Sicuramente qualcosa che una lastra non vi dice.
E soprattutto rivolgetevi a un professionista serio.
Un terapeuta che abbia messo le mani su corpi viventi e abbia ascoltato le storie dei vostri problemi, non un personaggio che guarda solo la vostra foto su una lastra semitrasparente e la traduce in una serie di parole scritte su una ricetta farmacologica! Che modi sono???
Tornando alla nostre anche ecco cosa fare:
1. valuta l’aspetto
emozionale: sappiamo che se non è traumatico è emozionale; quindi
essendo l’anca un punto cardine della stabilità in stazione eretta, il punto da
dove parte l’impulso all'azione e il movimento in avanti, chiediti se magari sei in conflitto per quanto
riguarda delle decisioni che non riesci a prendere e che ti impediscono di
far il passo nella direzione che vuoi... C’è da riflettere con onestà.
2. dai un occhio al
bacino! Siamo a Orange Caffeina, sappiamo che dentro il bacino c’è tutto il
mondo, vero? Hai un bacino sciolto? Se ti chiedo di disegnare un cerchio col
bacino ce la fai o muovi torace, spalle, testa in un blocco unico brutto da
vedere? Riesci a essere sexy e sculettare un attimo con quei fianchi? E’ un
dato di fatto: fisiologicamente parlando un bacino rigido sovraccarica le
articolazioni, le anche in primo luogo!
3. Valuta la qualità
del tuo passo. Non mi addentro in discorsi riguardanti scarpe, suole,
appoggi. Non è il mio campo. Tuttavia ti posso dire che il modo in cui appoggi
i piedi è determinante sul lavoro che devono sostenere le tue ginocchia, le tue
anche e la tua schiena. Un passo corretto che prevede l’appoggio sul
tallone e la spinta dall’avampiede. Ciò permette la distribuzione corretta
delle forze e il lavoro armonico di tutte le strutture muscolo-scheletriche. Buttare
i piedi a elefante esagera lo stress articolare e non sfrutta la spinta
dinamica muscolare, così come correre 20 km sulle punte sovraccarica alcuni gruppi
muscolari a sfavore di altri.
Questi sono solo tre semplicissimi elementi su cui ti invito
a riflettere in presenza di un qualsiasi disturbo alle anche, ma vale anche per schiena, osso sacro, bacino n genere e concludo con una
considerazione: il tuo corpo ne fa di
tutti i colori a tua insaputa!
Davvero, lui somatizza, risolve, si incastra, si risistema, mette in moto processi, li porta a termine, fa, disfa, un po’ di tutto.
Credi che ti informi di ogni cosa?
No, diventeresti matto, lui è una macchina perfetta! E la maggior parte delle volte, se non ti fai intimorire dai disegni su una lastra semitrasparente, lo ascolti e lasci fare lui si mette a posto da solo. Quando ha bisogno della tua attenzione cosciente, affinchè tu metta in atto un cambiamento di abitudine o di atteggiamento, te lo fa sapere molto chiaramente. Dagli retta, certamente ne sa di più del tuo medico.... Fidati!
Davvero, lui somatizza, risolve, si incastra, si risistema, mette in moto processi, li porta a termine, fa, disfa, un po’ di tutto.
Credi che ti informi di ogni cosa?
No, diventeresti matto, lui è una macchina perfetta! E la maggior parte delle volte, se non ti fai intimorire dai disegni su una lastra semitrasparente, lo ascolti e lasci fare lui si mette a posto da solo. Quando ha bisogno della tua attenzione cosciente, affinchè tu metta in atto un cambiamento di abitudine o di atteggiamento, te lo fa sapere molto chiaramente. Dagli retta, certamente ne sa di più del tuo medico.... Fidati!
Un abbraccio,
Lucia
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